Cardine del metodo è la condivisione: ricercata con gli insegnanti, con le famiglie e con gli alunni, nella convinzione che sia proprio questa la via più efficace per realizzare un concreto miglioramento nella cultura dell’alimentazione per le nuove generazioni.
L’efficacia dei laboratori OISE è stata verificata nel 2008, al termine del primo ciclo di interventi (2005-2008), attraverso una procedura sperimentale controllata. A tal fine è stato creato un questionario di cinque domande aperte volto a misurare le idee dei ragazzi rispetto all’alimentazione e al rapporto tra cibo ed individuo.
Sono state coinvolte quattro classi terze di un Istituto del centro di Milano: una classe che ha seguito il programma OISE ed un gruppo di controllo composto da tre classi terze che non hanno partecipato a nessun laboratorio.
La valutazione dei risultati è stata effettuata da tre Giudici indipendenti ai quali è stato chiesto di lavorare in modo individuale, in luoghi e tempi diversi, al fine di rendere maggiormente oggettive le valutazioni (poi confrontate ed intercorrelate, per una più alta affidabilità dei dati).
Ai Giudici è stato chiesto nello specifico di analizzare le risposte fornite dai ragazzi assegnando ad ognuna un punteggio da una griglia. La griglia era composta per ogni domanda da sottocategorie progressive rispetto all’acquisizione di un determinato concetto.
Nel Gruppo Sperimentale è emerso che la consapevolezza dell’esistenza di uno stretto rapporto tra individuo, emozioni e cibo è superiore a quanto riscontrato nel Gruppo di Controllo, e le risposte sono riconducibili a livelli medio-alto nella maggioranza dei casi.
Alla luce di quanto detto la differenza nella capacità di mentalizzare ed esprimere i contenuti relativi al rapporto tra individuo e cibo appare chiara e superiore nel GS, ed invece inferiore nel GC.
I risultati emersi appaiono anche ad un riscontro statistico particolarmente significativi, ed alla luce delle considerazioni sulla eziopatogenesi dei disturbi alimentari, l’aver frequentato il Progetto OISE può ben ritenersi un fattore di protezione.
BIBLIOGRAFIA
– Hilde Bruch. (2003). La gabbia d’oro. L’enigma dell’anoressia mentale. Milano. Feltrinelli.
– Gianna Williams et al. (a cura di). (2007). I disturbi alimentari nell’adolescenza. La generosità dell’accettare. Milano. Mondadori.
– Emilia Costa, Camillo Loriedo (a cura di). (2007). Disturbi della condotta alimentare. Diagnosi e terapia. Milano. Franco Angeli.