Questo termine può essere inteso in senso ampio “come nell’accezione riconosciuta da altri organismi internazionali scientifici, per cui ogni terapia avrebbe una impronta ripartiva perché il terapeuta interviene per consentire al soggetto di acquisire una posizione in cui si ritrovi in modo egosintonico [armonico] con il proprio malessere”.
Nicolosi nei 4 libri che esistono in Italia, utilizza una accezione che si rifà alla letteratura psicanalitica: “l’atteggiamento ripartivo è un lessico usato da Anna Freud, teorizzato da Melania Klien e ripreso anche da Winnicott – spiega Ricci – e non è stato Niccolosi a inventarlo”. In questa accezione il sintomo (o “disagio omossessuale”), non sarebbe una malattia bensì una modalità riparativa rispetto a un mancato processo di identificazione che porterà, nell’età adolescenziale, a una differente strutturazione della sessualizzazione.
“In Italia – prosegue Ricci – il termine ripartivo è stato inteso in un senso più banale, per cui Nicolosi o le terapie riparative avrebbero la finalità ultima di fare diventare qualcuno da omosessuale a eterosessuale. Non è così, non c’è riferimento ad alcuna forzatura rispetto al paziente, del quale si rispetta sempre la libertà”.
Circa la diagnosi di omosessualità come patologia mentale, Ricci fa riferimento ai principali manuali diagnostici utilizzati nell’ambito della salute mentale e sottolinea come “il DSM IV abbia derubricato il concetto di omosessualità, presente fin dagli anni 50, indicando che non è più una patologia. Però nel DSM IV TR rimane il codice 302.9, così come anche nell’ICD10 del 2002, in cui si fa menzione di un disturbo relativo all’orientamento omosessuale ego distonico”. Non ci sarebbe dunque una malattia, ma un disturbo di egodistonia [non armonico], ed è su questo aspetto che il terapeuta interverrebbe: “non è vero che la terapia ripartiva costringe il paziente a guarire – puntualizza Ricci – invece siamo stati definiti psiconazisti come se usassimo tecniche di persecuzione. Sono passati 8 anni dall’uscita dei primi libri di Nicolosi in Italia e non mi risultano esposti all’Ordine degli Psicologi della Lombardia o delle altre regioni che vadano in questo senso, a parte il famoso caso Cantelmi”.
Altro punto molto caro al dott. Ricci è quello relativo alle dichiarazioni dell’Ordine nazionale degli psicologi, la cui posizione è risultata essere equivoca poiché “si è espressa in termine di singoli, cioè del solo presidente, e con un testo di condanna in cui attraverso un salto logico nulla viene dimostrato attorno alla terapia ripartiva. Questo ha portato un grande equivoco anche in alcuni pazienti, che si sono trovati abbastanza spaesati da una presa di posizione che viene spacciata come se fosse ufficiale, mentre non ha questo valore”.
L’intervento di Paolo Rigliano, al pari di quello di Mauro Grimoldi, presidente dell’Ordine degli psicologi della Lombardia, non lascia spazio ad alcuna giustificazione o equivoco di sorta: “Mi sembra di svegliarmi da un sogno – dice il dott. Rigliano – di cosa stiamo parlando? L’associazione di Nicolosi si chiama Associazione nazionale per la terapia dell’omosessualità, nei suoi libri si dice che l’omosessualità in sé e per sé è sintomo e malattia che non deve esistere. Anzi, non esistono proprio gli omosessuali. Siamo psicologi che procedono in base a evidenze scientifiche e una persona onesta non può chiamare “terapia” un gruppo di parrocchia. Non possiamo fare finta che questo dolore e sofferenza nasca nel vuoto, nel deserto, ma in persone che si vedono negare la propria essenza e Nicolosi nega non l’esistenza altrui, ma l’essenza dell’altro. I nazisti non volevano che gli ebrei vivessero, ma almeno riconoscevano che vivevano. Nicolosi non crede che esistano gli omosessuali, non riconoscendo l’integrità dell’esistenza dell’altro. Basta prendere qualsiasi libro da lui scritto per poterlo verificare di persona”.
Sul sito www.psicologo-milano.it il discorso dettagliato del Presidente Grimoldi.
Questo invece il link per vedere la posizione presa dall’Ordine degli psicologi della Lombardia e relativa rassegna stampa
Luca Mazzucchelli