Lo psicologo di quartiere

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La questione di maggiore attualità, invece, riguarda una serie di riflessioni sullo “Psicologo di quartiere” e sul progetto dello “Psicologo in farmacia” che sono state fatte dal prof. Molinari su invito del Presidente OPL, volte ad approfondire e chiarire le caratteristiche di questo servizio, la sua storia e le aspettative per il futuro. E’ stata una richiesta motivata soprattutto dalle numerose domande inviate dai colleghi su questo punto, dove venivano richieste delucidazioni soprattutto sulle effettive possibilità di lavoro in questo contesto.

Il progetto ha preso forma a seguito di alcune suggestioni nate durante il corso “Progettare Progetti” e da un’idea piuttosto audace del prof. Molinari: sperimentare la figura dello psicologo all’interno di un nuovo contesto sociale, con una precisa funzione preventiva del disagio psicologico attraverso un servizio di prossimità, quello nella farmacia, che potesse differenziarsi dall’attività delle ASL e dei professionisti privati.

Una volta reperiti gli sponsor, il Laboratorio di Psicologia Clinica dell’Università Cattolica di Milano ha avviato una fase di sperimentazione – che è quella in cui il progetto si trova attualmente e che durerà fino al 31 marzo 2010 – al termine della quale verrà prodotta una monografia con i risultati di questa fase pilota.

Questa pubblicazione scientifica vuole tracciare una rotta replicabile anche da parte di altre realtà che intendano offrire un servizio simile senza dovere partire da zero: sempre più farmacie stanno richiedendo il servizio e anche altre province lombarde si stanno interessando allo psicologo di quartiere. Qualcuno, peraltro, sia in Lombardia sia in altre Regioni sta interpretando molto liberamente le suggestioni nate in seno a questo primo progetto.

A Milano attualmente sono 25 le farmacie coinvolte e 12 psicologi prestano servizio una volta a settimana per tre ore e mezzo al giorno. Le farmacie a breve dovranno decidere se continuare nell’esperienza che ha avuto un buon successo nella sua prima fase.

In sede di discussione è stato poi possibile sgombrare i dubbi legati a una questione che, a ben vedere, doveva già essere ben nota: l’Ordine, in quanto ente pubblico, non può offrire e gestire il servizio che, infatti, è portato avanti da un soggetto “altro”, in questo caso l’Università Cattolica.

Il possibile errore compiuto da alcuni colleghi nell’identificare il prof. Molinari come gestore del programma perché all’epoca Presidente di OPL e non come docente universitario capofila del progetto, sarebbe da ascriversi a eventuali messaggi non sempre chiari trasmessi dalla stampa che avevano portato a precisazioni e chiarimenti attraverso il n. 38/2009 e n.44/2009 di OPL Informa (link).

Sul sito dell’Ordine è presente tutta la rassegna stampa riguardante l’argomento.

Roberta Cacioppo

Luca Mazzucchelli

Riccardo Bettiga

Cecilia Pecchioli

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