Anorgasmia

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Sembra che anche l’assunzione di droghe, farmaci ed ormoni possa giocare un ruolo determinante ma a questo proposito si sa ancora poco; pare che gli oppiacei possano avere un effetto diretto inibitorio sull’orgasmo (Segraves, 1985).

Lo stesso effetto lo produrrebbero gli antidepressivi serotoninergici (per un approfondimento sulla Depressione si rimanda all’articolo  http://www.medicitalia.it/02it/notizia.asp?idpost=58553), alcuni steroidi come il testosterone e l’estradiolo per cui è possibile che, se state seguendo una di queste terapie, le difficoltà che avete registrato dipendano da questo ed è verosimile che si risolveranno al termine della cura.
Le teorie psicologiche (Masters e Johnson, 1970; Kaplan, 1974) sostengono che l’orgasmo femminile possa essere facilmente condizionato dai meccanismi del “trattenersi” e del supercontrollo che sarebbero fondamentali nella patogenesi di questo disturbo.
Molto spesso all’origine dell’anorgasmia c’è la presenza di un effetto inibitorio dell’ansiadurante il rapporto. 
Tale ansia può essere dovuta inizialmente alla novità, a paure sessuali, a traumi pregressi (es. abuso sessuale), a un rapporto non adeguato col partner, al timore di perdere il controllo, alla paura di fare o dire qualcosa di sconveniente), ecc. 

A causa di tale ansia la donna ha paura di “lasciarsi andare” e si “trattiene” di fronte allasensazioni sessuali, nel momento in cui esse diventano più intense. Col passare del tempo questo meccanismo di controllo si rafforza sempre di più fino a diventare automatico e a non poter più essere controllato volontariamente. La donna, quindi, non sperimenterà più l’orgasmo nemmeno quando è calma, innamorata, propriamente stimolata e reattiva per ogni altro verso.

In una seconda fase questo stato diventa ansia da prestazione in quanto la donna insegue continuamente l’orgasmo, come dimostrazione di normalità, di amore per il partner. Se durante un rapporto siete preoccupate di “apparire normali” (a voi stesse ed al partner) a tutti costi, probabilmente starete tutto il tempo in allerta, nella speranza di poter verificare la presenza dell’orgasmo.
Proprio tale eccessiva attenzione impedisce, ancora una volta, il lasciarsi andareall’immaginazione e alle proprie emozioni, rendendo il rapporto troppo limitato alla sua concretezza. 
L’obiettivo primario della terapia è quello di diminuire o eliminare il supercontrollo involontario del riflesso orgasmico. 

Se avete questo problema probabilmente conoscete bene sia gli effetti inibitori dell’ansia(per un approfondimento sull’ansia si rimanda all’articolo http://www.medicitalia.it/02it/notizia.asp?idpost=42293), e l’interferenza che questa provoca rispetto alla concentrazione sulle vostre sensazioni corporee (necessaria per l’orgasmo stesso), sia l’influenza che questa esercita nel convogliare l’attenzione in modo disfunzionale su aspetti che normalmente verrebbero trascurati.

Esistono due tipologie di donne anorgasmiche:

  1. quelle che presentano una curva di eccitamento crescente, un plateau prolungato senza però alcun picco orgasmico, seguito da una discesa graduale
  2. quelle che presentano una rapida fase di eccitamento a cui segue un improvviso e brusco calo

 

Trattamento psicologico con la terapia Cognitivo-Comportamentale

A questo punto appare chiaro come l’ansia possa avere un ruolo centrale nella determinazione del disturbo dell’orgasmo. 
Per questo motivo il programma di trattamento si caratterizza come composto da:

  1. una fase di esposizione graduale in cui la donna impara per gradi sia ad esplorare e conoscere il proprio corpo e le sensazioni che ne derivano sia le proprie fantasie sessuali
  2. una di training di abilità sessuali mediante il quale ci si avvicina alla meta per passi graduali, partendo dal punto più lontano rispetto all’obiettivo.
  3. Applicazione di esercizi specifici mirati ad aumentare il tono della muscolatura vaginale

Una difficoltà che spesso riscontrate è probabilmente quella di abbandonarvi alla situazione, quella di isolarvi rispetto alla realtà esterna e calarvi nella sessualità.
Molte donne spesso riferiscono di sentirsi come se si osservassero dall’alto, si sentono ridicole, sono sicure che il loro partner sia stia stancando, ecc. Un pensiero piuttosto tipico in questi casi recita: “tanto non riuscirò mai a provare l’esperienza dell’orgasmo!”.
Questa mole di pensieri si succedono, ovviamente, in un momento poco opportuno e distraggono dalla situazione portando invece l’attenzione su un altro aspetto: la prestazione. Vi concentrate intensamente sull’orgasmo che non arriva e su tutti gli aspetti che questo condiziona inducendo così un meccanismo altamente ansiogeno che ve ne allontana prepotentemente. Così facendo la probabilità di arrivare all’orgasmo è pressoché nulla.
Inutile dire che l’assenza di orgasmo viene generalmente vissuta come l’ennesimo fallimento e questo, la prossima volta, condizionerà inevitabilmente le aspettative e ne accentuerà la ricerca.
Questo è il circolo vizioso che probabilmente vi tiene in ostaggio.

Un altro obiettivo del trattamento consiste nell’insegnare alla donna a mettere a fuoco le proprie sensazioni premonitorie associate all’orgasmo; dovrà imparare a non rinnegarle e per questo deve essere distratta dall’ ipercontrollo inibitorio che ha esercitato inconsciamente su questa reazione. 
Per eliminare il supercontrollo e l’inibizione si impiegano delle esperienze sessuali prescritte, studiate in modo da stimolare il naturale processo della scarica orgasmica.
Tramite la psicoterapia, inoltre, si cerca di promuovere la presa di coscienza e la risoluzione dei condizionamenti culturali e educativi che potrebbero aver originariamente spinto a “trattenere” l’ orgasmo o a considerarlo negativamente.

Tutti i programmi di trattamento generalmente prevedono la partecipazione del partner per diversi motivi:

  1. si facilita la comprensione del problema evitando che “tutta la responsabilità” venga addossata alla donna
  2. si facilita la comprensione delle fasi e delle manovre che devono essere eseguite in virtù del trattamento previsto
  3. si favorisce la comunicazione all’interno della coppia
  4. si favorisce la complicità e la strutturazione del legame di intimità

Purtroppo è necessario dirvi fin dall’inizio che in alcuni casi esiste la possibilità che l’orgasmo coitale sia una meta irrealistica di trattamento dal momento che questo dipenderebbe non solo da caratteristiche prettamente psicologiche ma anche morfologiche dell’apparato sessuale femminile.

In conclusione

Il disturbo dell’orgasmo femminile è un problema diffuso che probabilmente è sempre esistito ma che oggi viene registrato più frequentemente.
Forse questo è dovuto ai cambiamenti socio-culturali che caratterizzano il nostro periodo storico e che consentono alla donna di ricercare il proprio piacere nell’atto sessuale, aspetto che fino a qualche anno fa non solo non era ricercato ma probabilmente nemmeno considerato come indispensabile per una soddisfacente vita di coppia.
Le cause di questa mancanza possono essere sia biologiche sia psicologiche ma esistono non pochi casi in cui l’assenza dell’orgasmo è da imputare ad una normale variabilità femminile.
Infatti per la donna, a differenza che per l’uomo, l’orgasmo non ha valore dal punto di vista evolutivo ma (attraverso la piacevole sensazione che produce) funziona da rinforzatore per facilitare la ricerca del rapporto sessuale stesso.
Questo problema può essere affrontato attraverso il trattamento psico-sessuologico mediante il quale si cerca di produrre o ripristinare quelle condizioni che permettano di migliorare la percezione delle sensazioni che provengono dalla stimolazione genitale.
Tuttavia, dato che è possibile che l’assenza dell’orgasmo sia prodotta da cause biologiche, è necessario effettuare degli approfondimenti di tipo medico ginecologico prima di richiedere una consulenza psicologica. 
Un ultimo consiglio: le difficoltà nei rapporti sessuali hanno forti ripercussioni sull’equilibrio della coppia, e più si aspetta senza fare nulla più la relazione si logora, fino alla rottura. Per questo motivo dovreste superare la vergogna di chiedere aiuto, non aspettate troppo tempo, potrebbe essere tardi.

Dr.ssa Ilenia Sussarellu

Cecilia Pecchioli

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