Si tratta di una riforma culturale, oltre che giuridica, da cui ha preso le mosse la nuova legge (legge n. 54/2006), la quale ha l’importante significato di ricordare alle madri e ai padri che anche se si è separati si continua ad essere genitori, soprattutto in termini di partecipazione educativa dei figli.
Affidamento condiviso non significa però collocare il minore una settimana con un genitore e una con l’altra, infatti nella maggior parte dei casi i figli vivono con le madri.
I Giudici tendono a concedere l’affidamento esclusivo solo in casi particolari come, a titolo esemplificativo, la lontananza fisica dei genitori, casi di tossicodipendenza, situazioni che impediscono di condividere la genitorialità.
La richiesta di affidamento esclusivo da parte dei padri, invece, è concessa in casi gravi, quali ad esempio la malattia della madre.
Dal sondaggio svolto è risultato che i conflitti nella fase iniziale della separazione sono diminuiti, a fronte della consapevolezza da parte dei genitori che l’affidamento sarà quasi certamente condiviso; è invece aumentato quello non visibile dai giudici, che però danneggia maggiormente i minori.
Infine, la casa assume un valore sempre più importante, infatti segue i figli.
Maggio 2008
Dott.ssa Edith Tracogna